sabato 18 ottobre 2008

Crack trattative Alitalia

Il Cai (Compagnia Aerea Italiana), fa retrofront. Alle 15.50 è scaduto l’ultimatum dei sindacati e si è rinunciato al salvataggio di Alitalia. Poco prima anche la proposta di Cgil e sindacati autonomi era stata rifiutata: “si apre la strada verso il fallimento”, così commenta il fatto il ministro del welfare state Maurizio Sacconi, spiegando che «il ritiro dell'offerta per la Nuova Alitalia è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti».
Subito è scattato il plauso tra i dipendenti non appena si è diffusa la notizia. Tra gli slogan, «meglio falliti che in mano a questi banditi».(Nel video)
“Siamo di fronte ad un baratro”, così commenta il premier Silvio Berlusconi, «Le responsabilità di Cgil e piloti sono pesanti. Non vorrei che fosse questa la soluzione che qualcuno si era augurato» . Ma il leader della Cgil Epifani controbatte dicendo che, come il sindacato si è assunto le proprie responsabilità, così tali responsabilità devono essere assunte dal presidente del Consiglio e dall’azienda; e spiega:
«È inimmaginabile che il piano di rilancio della compagnia possa avvenire contro la volontà della maggioranza dei piloti e degli assistenti di volo».
Accuse pesanti arrivano invece dall’ex ministro dell’economia Bersani : «Se siamo arrivati fin qui, Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui. Purtroppo questo è l'esito di una operazione spregiudicata e irresponsabile che il Governo ha imposto e ha mal guidato».
Il fatto che risulta evidente è che comunque Alitalia rischia veramente di colare a picco, anche se adesso si cerca in tutti i modi di garantire la funzionalità aziendale; gli aerei rimarranno in cielo finché ci saranno i soldi, mentre nel contempo è stato avviato il procedimento per l’ennesima cassa integrazione per i dipendenti già “a terra”.



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