E’ morto questa mattina a Roma Sandro Curzi, giornalista, politico e membro del Consiglio di amministrazione della Rai. La notizia è stata riferita da un portavoce dell'azienda pubblica radiotelevisiva.
"Con la scomparsa di Sandro Curzi l'Italia perde un maestro di giornalismo, una voce critica, lucida, coerente. La Rai perde uno dei suoi protagonisti, un professionista che ha contribuito a fare la storia dell'Azienda che se oggi è ancora un punto di riferimento per gli italiani lo deve anche a lui". Così ha commentato il direttore generale della Rai, Claudio Cappon.
Curzi, 78 anni, era da tempo malato, ma fino all'ultimo ha continuato a occuparsi di Rai, di informazione e di politica, scrivendo articoli e rilasciando interviste.
La sua scomparsa è stata accolta con parole di grande rispetto da tutte le parti politiche, nonostante il duro scontro di queste settimane proprio intorno alla gestione della Rai, come la vicenda del neo-presidente della Commissione di Vigilanza sul servizio pubblico radio-tv, Riccardo Villari, eletto dalla maggioranza contro il volere del suo stesso partito, il Pd.
“E' stato un uomo di schietta passione politica e di sempre viva e non comune cordialità umana - ha detto in un messaggio ai familiari di Curzi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - Le aspre polemiche che lo coinvolsero nel periodo della sua massima responsabilità giornalistica (ai vertici del Tg3) non lo indussero mai ad astiose chiusure né ad alcuna attenuazione della sua autonomia di giudizio e del suo senso delle istituzioni"
Il neo presidente della Vigilanza Rai ha detto invece di essere "addolorato per la scomparsa di Sandro Curzi, la cui esperienza, vivacità intellettuale e determinazione mancheranno moltissimo al giornalismo e alla vita pubblica italiana".
La camera ardente per Curzi sarà ospitata oggi e domani in Campidoglio, nella sala della Protomoteca, dalle 15 alle 18. I funerali si terranno invece lunedì mattina, in forma civile.
Nato nel 1930, durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre frequentava il liceo nella Capitale, Curzi era entrato nei gruppi di resistenza antifascista vicini al Partito comunista, e aveva cominciato a scrivere sull'Unità", il giornale del Pci stampato clandestinamente.
Nel dopo guerra comincia la sua attività ufficiale di giornalista, in diverse testate della sinistra. Poi diviene dirigente della federazione giovanile comunista, la Fgci.
Nel 1959 diviene giornalista dell'Unità, di cui sarà anche caporedattore centrale e direttore responsabile. Nel 1967 passa a Paese Sera, come vicedirettore.
In Rai entra nel 1975, con regolare concorso. Nel 1978 è condirettore del Tg3, di cui diviene direttore nel 1987, per restarlo fino al 1993.
Dopo un passaggio alla Telemontecarlo di Cecchi Gori, torna alla Rai.
Dal 1998 al 2005 è direttore di Liberazione, il quotidiano del Prc. Poi diventa consigliere di amministrazione della Rai.
Spirito libero, inventore di una irripetibile stagione dell’informazione televisiva, con lui scompare un grande giornalista, una voce acuta e attenta, un uomo della sinistra.
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